Secondo Marco, imprenditore milanese nel settore tessile, la risposta è sì! Con un fatturato di 30 milioni di euro e una gestione oculata del rischio, l'assicurazione crediti ha permesso alla sua azienda di crescere e affrontare le insolvenze con tranquillità. Ecco la sua esperienza e i numeri che dimostrano i vantaggi.
"La nostra è un’azienda con ricavi per circa 30 milioni, esportiamo il 60% della produzione e assicuriamo 26 milioni di fatturato, al netto di alcuni pagamenti esteri pagati con Lettera di Credito o in via anticipata. Il nostro EBITDA è pari al 13%.
In 5 anni di assicurazione dei crediti, sul nostro portafoglio clienti abbiamo avuto anni tranquilli e anni con alcune insolvenze. Negli anni buoni, a fronte del premio pagato non abbiamo denunciato sinistri, ma grazie ai fidi della Compagnia abbiamo incrementato il fatturato.
Noi incassiamo mediamente a 90 gg, quindi 300.000 € di fidi aggiuntivi ci fanno sviluppare circa 1,2 M€ di nuovi ricavi. L’EBITDA incrementale è quindi di ca. 150 K€, con cui la polizza è ampiamente ripagata. Ovviamente, il presupposto è avere obiettivi di crescita oltre alla capacità finanziaria di sostenere i nuovi crediti.
Negli anni in cui invece abbiamo avuto delle insolvenze, la Compagnia ci ha indennizzato il credito, comprensivo dell’eventuale IVA e delle spese di recupero. Anche in questo caso, il costo assicurativo si è ampiamente ripagato, e abbiamo ottenuto maggiore condivisione fra la funzione commerciale e quella finanziaria.
Per noi la scelta è stata win-win. Non possiamo proprio lamentarci, si è trattato di un investimento."
Le considerazioni qui sviluppate da Marco si basano su un approccio economico/finanziario sintetizzato dalle dinamiche dell’EBITDA, che è la “stella polare” tanto di chi vuole conseguire crescita organica, quanto di coloro che intendono massimizzare il valore dell’azienda in funzione di un’eventuale cessione dell’attività. Per chi volesse approfondire i temi legati all'andamento delle insolvenze, suggeriamo l'analisi di Allianz Trade.
Per parte nostra osserviamo che il premio assicurativo è un costo che ha un limitato impatto sull’EBITDA espresso in percentuale. Nell’esempio dell’azienda di Marco l’EBITDA scende dal 13% al 12,8% circa, ma in valore assoluto l’incremento è di ben 150.000 €.
Si noti che tale investimento ha poi dei benefici sulla gestione finanziaria, in quanto migliora la qualità del portafoglio crediti smobilizzabile presso il sistema bancario e, in quanto deducibile dal reddito d’impresa, ha dei benefici anche sulla gestione fiscale, specialmente se gli accantonamenti a Fondo Svalutazione Crediti avevano già raggiunto le soglie massime previste dal TUIR.
La seconda osservazione è che 300.000 Euro di fidi addizionali possono generare fatturato inferiore a 1,2 milioni, specialmente nel caso di nuovi clienti “spot”. In effetti, nel caso di forniture occasionali il beneficio sull’EBITDA potrebbe ridursi e quindi potrebbe tornare conveniente applicare prezzi più alti ai nuovi clienti oppure richiedere il pagamento anticipato, salvo concordare un impegno a acquisti continuativi.
In ultima analisi, occorre sottolineare nuovamente che una polizza credito rappresenta un investimento, con ritorni tanto più elevati quanto più è sana la gestione finanziaria.
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