Un tema critico: le imprese comunicano con le proprie banche?

24-11-2022

Lo scorso Ottobre la Banca d’Italia ha pubblicato il N. 31 delle sue “Note di stabilità finanziaria e vigilanza”, in cui si esaminano, tra l’altro, i risultati dell’indagine INVIND con riferimento a “Le coperture assicurative contro i rischi operativi delle imprese italiane”.

L’indagine raccoglie un campione di circa 4.000 imprese con almeno 20 addetti, di cui 2.800 hanno risposto alle domande riferite alla propria situazione assicurativa.

Ne sono emersi alcuni dati interessanti in relazione a 2 categorie di rischio: “Credito e Cauzioni” e “Cyber Risk”, per le quali le aziende che dichiarano di essere assicurate sono rispettivamente il 28% e il 22% (contro il 94% di “Incendio e Furto” e 93% di “Responsabilità Civile”).

Nel settore assicurativo i rischi si misurano in frequenza e magnitudo. In altre parole, si cerca di stimare quante volte si manifesta un danno e con quale impatto sull’operatività aziendale. Ebbene, in una nazione come l’Italia in cui le dilazioni di pagamento sono una delle principali leve negoziali, ritengo sia evidente che il credito commerciale sia fonte di insolvenze frequenti, con impatto significativo e diretto sugli utili di fine anno.

Per altro verso, le intrusioni Cyber non hanno ancora una frequenza elevatissima, ma crescono esponenzialmente e hanno un impatto estremamente rilevante in quanto comportano il fermo attività, danni all’hardware, nonché rischi di responsabilità civile nei confronti di terzi quali clienti e fornitori.

Investigando le motivazioni della mancata assicurazione, l’indagine ha appurato che con riferimento al credito commerciale le aziende preferiscono gestire con mezzi propri il rischio di insolvenza dei clienti, mentre nel caso del Cyber Risk sembrerebbe emergere una insufficiente informazione circa i prodotti assicurativi a copertura di questo rischio.

Si può discutere a lungo se non convenga pagare un premio assicurativo sul credito oppure se le informazioni disponibili sul cyber risk siano effettivamente così scarse, ma c’è un ulteriore elemento che merita di essere approfondito: l’82% delle imprese intervistate dichiara che le proprie banche non vengono informate sulla propria situazione assicurativa.

Questo è un punto delicato, alla luce dei processi di credit scoring che tutte le banche italiane ed europee hanno implementato.

Sono le aziende che non comunicano, oppure sono le banche che non richiedono tali informazioni?

La Nota di Bankitalia sembrerebbe suffragare quest’ultima ipotesi, il che significa incorporare un non indifferente elemento di inefficienza del mercato creditizio, in quanto il sistema bancario trascura un’importante mitigazione (o aggravamento) di rischio e, dal lato cliente, non applica le condizioni economiche ottimali alle linee di credito concedibili.

Ma sarà veramente così?

Scarica qui la nota di Bankitalia

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